# Tra pettirossi e zanzare – 16 giugno 2013

Archiviata la spianata della Colombina, finalmente pronta, dopo la stagione ricca di avversità, ad accogliere un nuovo ciclo produttivo, ci si tuffa in Valle prima che il sole si alzi in modo deciso.

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Subito ci si accorge dell’errore marchiano commesso, assolutamente imperdonabile per chi frequenta i boschi da decenni: non bisogna mai limitarsi ad una maglietta ( o camicia ) con le maniche corte. E da subito se ne avvertono le conseguenze: attacchi continui di zanzare, favorite dal caldo umido.

La lotta si fa immediatamente ardua e la battaglia, si capisce, che è persa; troppo l’impedimento di zaino e attrezzatura e troppa la superficie scoperta da offrire in “pasto”. Tutto intorno è un canto di uccelli, vista l’ora veramente mattutina, e tra questi i pettirossi sembrano essere i cantori più convinti.
Abbandonato il primo tratto di sentiero, non forzando comunque l’andatura, quasi che inconsciamente si volesse espiare comunque la “colpa”, la situazione migliora decisamente: probabilmente il sole è più incisivo, data anche la conformazione aperta della Valle, e le zanzare spariscono. Per la verità anche i pettirossi sono meno presenti poichè in questa stagione prediligono le parti più ombreggiate del sottobosco. Resta però continua la colonna sonora, garantita da merli, capinere, fringuelli e cincie.
Nei pressi dei manufatti umani, non mancano i canti di verzellini e storni, mentre ovunque riecheggia il richiamo, poco flautato, del colombaccio. Contrariamente all’uscita precedente, quello accattivante delle tortore selvatiche risulta pressochè assente.
I campi di mais disegnano varie geometrie di linee curve e parallele, e tra queste corre uno scoiattolo, assolutamente fuori dal suo ambiente per antonomasia, il bosco.

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Infatti, attraversato il campo di corsa, vi si rituffa, ben conscio dei pericoli a cui si espone in uno spazio così aperto. Col caldo che comincia a farsi sentire, il bosco diventa una meta da guadagnare appena espletate le rilevazioni nei punti prestabiliti, che comunque qualche annotazione interessante riescono a fornirla, vedi un paio di aironi cenerini e una coppia di ghiandaie, che in punti diversi, e con diversi intenti e direzioni, attraversano in volo la Valle. Gli uni diretti verso qualche specchio d’acqua del missagliese, le altre intente a tornare nella parte più boscata del versante casatese.
E la parte più matura del bosco regala spunti, dubbi e sorprese… nell’ordine, un ciuffo di piumini “persi” da una femmina di sparviere…

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…una remigante di un allocco, a pochissimi metri dai medesimi…

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e il dubbio di cosa possa essere accaduto nel silenzio del bosco: una “rissa” tra rapaci ? Potrebbe essere, dato che tutte le penne e piume presenti appaiono perse nello stesso momento, constatatane la generale “freschezza”. Bisogna poi considerare il fatto che pochi rapaci nostrani possono “brigare” con una femmina di sparviere, date le dimensioni della stessa, ben più massiccia del suo maschio. E l’allocco, per mole e indole, può farlo; anche se mancano i piumini dello strigide, elemento decisivo.
Il tempo di fare queste riflessioni e i pochi fasci di luce, che penetrando le chiome arrivano al suolo, sono attraversati da un’ombra fugace… lo sguardo istintivamente si alza e coglie appena la sagoma silenziosissima che scompare tra le fronde. Ora due sguardi sicuramente si stanno incrociando: uno, quello umano, indeciso alla ricerca di un segnale tra le foglie, l’altro, sicuro, sta valutando ogni più piccolo movimento dell’intruso. Il contatto invisibile dura qualche minuto, poi la forma elegante si materializza per una frazione di secondo, andandosene silenziosa come era venuta.
Questo tipo di “signora”, raramente si concede agli occhi degli estranei ed oggi non fa eccezioni.

Alfio Sala
Gruppo Valle Nava

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