#Fuori le trivelle dal Parco del Curone!

Visuale su Montevecchia e il Parco del Curone
Visuale su Montevecchia e il Parco del Curone

Solo poche righe, per commentare l’ignobile notizia. Il ministro allo Sviluppo Economico Claudio Scajola ha in questi giorni autorizzato le trivellazioni dell’impresa petrolifera australiana Po Valley entro i confini del Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone. Dopo un primo allarme la scorsa estate, la notizia era solo apparentemente rientrata. Ora, ecco di nuovo tornare l’azienda australiana con un piano di investimenti di 20 milioni di euro il cui obiettivo è la ricerca ed estrazione di petrolio nel nostro territorio (tutte le info sul blog del comitato spontaneo che si è creato su iniziativa del vice sindaco di Cernusco Lombardone Giovanni Zardoni).
La notizia è gravissima, basti pensare a cosa è oggi il Parco del Curone, a quanti sforzi sono stati fatti dai volontari, dalle amministrazioni che lo hanno sostenuto, dalla cittadinanza, per godere dei suoi moltissimi pregi… Ma vi immaginate Montevecchia in mezzo alle trivelle?
Poche righe, dicevamo, non vorremmo aggiungere altre parole alle molte che, per fortuna, sono già state spese da istituzioni, forze politiche e giornali. Vogliamo solo esprimere il nostro pieno appoggio morale e materiale a tutti coloro che si muoveranno in questi giorni per intraprendere iniziative concrete volte ad osteggiare il paventato scempio ecologico. Al contempo, vorremmo dire ad ogni cittadino di mobilitarsi contro questa aggressione aderendo al comitato informale che si è creato.
Per una volta non servono altre parole, non serve esplicitare ulteriori motivazioni scientifiche, politiche, sentimentali che dimostrino che questo “via-libera” è un insulto, un’aggressione a questa nostra terra. Mobilitiamoci, mettiamo in fila i nostri nomi, esprimiamo il nostro dissenso, le nostre ragioni, il nostro sostegno al parco: unico scudo che ci rimane contro gli interessi della multinazionale e la scellerataggine del Ministero.
Occorre una presa di posizione trasversale che coinvolga ogni soggetto dotato di buon senso.
Diciamo anche noi no alle trivelle e sì al parco, vera perla della Brianza lecchese. Siamo stufi di vedere schiacciato l’interesse collettivo, il bene comune, quel che è di tutti, a favore degli appetiti di pochi, pochissimi.
Perché, se per loro business is business, per noi life is life… e vorremmo vivercela fino in fondo questa vita, in un bel luogo, al meglio.

Gruppo Valle della Nava

9 pensieri riguardo “#Fuori le trivelle dal Parco del Curone!

  1. Ciao a tutti,
    a propisto del pozzo, una domanda per tutti:
    Ma perchè il progetto originario si chiamava “Ossola” e quello rinnovato “Bernaga”?
    Non è che qualcuno pensa proprio di impiantare i pozzi operativi nella Valle della Nava?
    Che ne pensate?
    Alberto

  2. Ciao Alberto,
    rispetto alla scelta dei nomi, non saprei dire con precisione quali parametri l’hanno dettata. Sono invece del tutto sicuro che, nel caso del primo progetto “Ossola” fosse inclusa anche la Valle della Nava tra le zone di possibile ricerca. Il progetto Ossola, infatti, prevedeva un territorio potenziale da sondare e da cui, eventualmente, estrarre di 300 kmq distribuiti tra le provincie di Lecco, Como e Bergamo. Ora il progetto “Bernaga” riduce quest’area potenziale a 30 kmq, attorno al cuore del Parco del Curone. La cosa che deve essere chiara, però, è che questo nuovo progetto è considerato solo come un primo passo e non esclude una nuova entrata in scena degli altri 270 kmq previsti inizialmente. Per concludere: sì, anche la Valle della Nava è a rischio e lo è forse di più per le sue caratteristiche isolate e l’assenza di esercizi e abitazioni.
    Noi faremo di tutto perchè questa ipotesi non si realizzi, ma come è facile capire è una partita che per la gran parte si gioca altrove, molto distante dal territorio.

    Saluti,
    alfio sironi

    1. Ciao Alfio,
      effettivamente pare che i giacimenti “commerciali” siano sotto Rovagnate. Ma già il vecchio studio AGIP parlava di perforazioni “trasversali”. Ma qui mi fermo perchè altro non so…
      Al di là di questo, su un altro punto vorrei focalizzare l’attenzione.
      Ho fatto un po’ di ricerca e la cosa che mi ha colpito di più è l’analisi delle quantità di idrocarburi nei giacimenti: l’azienda australiana parla di 200milioni di barili per Rovagnate, come target su un periodo che suppongo di una ventina di anni.
      Un sito di produzione paragonabile quindi a 2/3 di quello di Trecate, uno dei più importanti in Italia.
      Se faccio bene i calcoli equivalgono a circa 34 miliardi di metri cubi.
      Il sito del Ministero dello Sviluppo Economico fornisce i dati del consumo di gas in Italia nel 2007: 85 miliardi di metri cubi di gas!
      A meno di non sbagliarmi clamorosamente (data anche l’ora tarda) stiamo parlando dello 40% del consumo di gas del 2007.
      Il che non è poco. Ma non è neanche tanto.
      L’Italietta del 2007 si è ciucciata il Curone diciamo da gennaio a inizio maggio. E poi?
      Il business è comunque enorme e la posta in gioco per il futuro del nostro territorio altissima. Occorre tenere alta la guardia.
      Finisco dicendo che ad agosto mi trasferirò (da Muggiò) con la mia famiglia a vivere a Cascina Bracchi,
      Voglio fare crescere i miei figli in un’ambiente più sano e naturale rispetto a quello dove sono nato e cresciuto io (Hinterland Nord Milano)
      Proprio dietro la nuova casa (a risparmio energetico) c’è Cascina Bernaga. Nelle ultime notti a volte penso alla zona di estrazione di Trecate e mi vengono i brividi.
      Questa notte comunque penso che dormirò tranquillo.
      Buona notte a tutti i miei nuovi amici della Valle della Nava.
      Alberto

  3. Per tutto quanto riportato sopra, mi sembra chiaro che le teorie di “salvaguardia blanda” della Valle della Nava ( leggi autotutela nei pgt o al massimo un plis) propugnata da molti degli amministratori, soprattutto di Casatenovo e Missaglia, ricordano sempre più la casetta di paglia del porcellino della fiaba.
    L’obiettivo da raggiungere, in brevissimo tempo, prima che la Po Valley , magari come “contentino” si prenda ( o gli viene data) la Valle della Nava, diventa quello di farla annettere proprio al Parco di Montevecchia.
    E forse non sarà comunque una garanzia per le mire attuali e future di vecchi e nuovi sfruttatori!

    alfio sala

  4. L’annessione della Valle della Nava al Parco di Montevecchia mi sembra una scelta saggia che guarda al futuro.
    Questi territori sono già integrati da un punto di vista ecologico. La decisione politica di allargamento del Curone verso la Valle della Nava rafforzerebbe entrambi i territori, dando identità istituzionale ad un sistema ecologico preziosissimo, che ha poi in sè anche un sistema agricolo.
    La Natura e l’Agricoltura di Qualità sono le ricchezze di questo territorio su cui si deve puntare, non sul Gas e il Petrolio.
    Le due strategie di “sviluppo” sono incompatibili.
    I petrolieri sottolineano la vicinanza di questi giacimenti all’ingordo mercato del Nord Italia. Ebbene ribadiamo che questa vicinanza è strategica anche per tutti i Cittadini (e sono tantissimi) che si godono la Bellezza e Naturalità di questi luogi e trovano qui Alimenti buoni, sani, locali!
    E’ più importante fare girare i motori o fare godere la Vita alle persone?
    Con questo non voglio negare l’importanza del Risorse Non Rinnovabili.
    Siano le Generazioni Future a decidere cosa fare di quello che qui giace sotto la crosta terrestre.
    E si perchè se lo tiriamo fuori noi Oggi, non lo potranno tirare fuori loro Domani.
    Diamo in eredità ai nostri figli e megli ai figli dei nostri figli questa Libertà che è poi anche una Responsabilità.
    Spero che oltre a ringraziarci di questo, ci ringrazieranno soprattutto di avere loro lasciato un territorio affascinante, sano, vitale e fertile.
    Un saluto a tutti!
    Alberto

  5. Sulla questione, segnalo questo commento estremamente interessante:
    http://dorsogna.blogspot.com/2009/05/come-pensa-un-petroliere-pierluigi.html

  6. Cosa ne pensa la Regione Lombardia che vieta il riscaldamento a legna e le auto EURO 0? Perchè i costi dell’ inquinamento devono essere sempre pagati dai cittadini mentre lorsignori possono inquinare e costruire a piu’ non posso?
    Non ne posso piu’ di questa ipocrisia, pensiamo al futuro dei nostri discendenti, fermiamo questo progetto demenziale e salviamo quel poco verde rimasto nella nostra bella regione. Saluti a tutti.

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